Una comunità sta nascendo

Tiro le fila del tempo trascorso e girandomi indietro, guardo la nostra strada bianca, quella che abbiamo percorso per arrivare fino a qui.
La nostra storia l’avete già sentita da qualcun altro. È uguale alle tante storie che accomunano coloro che hanno scelto la vita comunitaria.
Comincia con un sogno, un desiderio profondo di cambiamento, la voglia di non sentirsi impotenti di fronte ai tanti guai del mondo, così da poter guardare mio figlio negli occhi domani, e dirgli “io ci ho provato”.
Dal sogno nasce l’avventura, che per noi è stato prima uno scegliersi come compagni di gioco, poi una fitta ricerca sul territorio per trovare la soluzione abitativa che venisse incontro ai bisogni delle nostre due famiglie, dei nostri sei bambini. Nel concreto, ci siamo trovati a bussare alle porte di chinque avesse una casa abbastanza grande da poterci ospitare e un cuore abbastanza grande da potercela offrire in cambio della ristrutturazione. Sei mesi di ricerche, mentre per metterci fretta avevamo disdetto i nostri affitti e dovevamo ad ogni costo trovare casa. Alla fine, l’offerta!! A Pulicciano piccolo borgo alle pendici del Pratomagno (provincia di Arezzo, ndr), la canonica della chiesa è disabitata da anni.
Una grande casona gialla che aspetta noi e la nostra voglia d’avventura.
La sfida è bella, è una vetta che cominciamo a scalare: il paesino, situato a quattro chilometri dalla deliziosa cittadina medievale di castelfranco di sopra, offre ampie possibilità di case sfitte da riempire, spazi vuoti da abitare. Decidiamo di accettare l’offerta, e parte il fermento creativo per progettare gli spazi, preparare la bozza per il contratto. Poi, a settembre, il vescovo firma il documento di comodato e, a sorpresa, ci offrono anche un’altra casa da poter utilizzare per il nostro progetto. Decidiamo di trasferirci a Pulicciano: la famiglia di Stefano e Iselin prende una casa in affitto, noi decidiamo di entrare direttamente in canonica, dove l’esistenza di un bagno e una cucina permette di abitare almeno una parte della casa. Ed eccoci qui. Oggi sommersi dagli scatoloni e dai lavori da fare, ma felici del nostro presente e fiduciosi verso il futuro.
Miriam
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